Chiesa di San Vigilio Moena

Documentata fin dal 1164, anno della sua consacrazione a San Vigilio, patrono della Diocesi e dei luoghi di culto posti ai suoi confini, la chiesa fu interamente ricostruita in forme gotiche verso il 1533, ma deve il suo attuale aspetto all’ampliamento condotto tra il 1926 e il 1931 su progetto dell’architetto roveretano Giovanni Tiella. La facciata a due spioventi presenta un corpo centrale eminente delimitato da contrafforti in pietra a vista e preceduto da un portico aperto su tre lati da arcate a pieno centro; il sistema di forature è determinato dalle aperture sovrapposte del portale, dell’oculo circolare e di una trifora a luci cuspidate. Le fiancate sono caratterizzate dall’emergere dei volumi delle cappelle laterali e dei bracci del transetto, i quali presentano fronti a cuspide unico; un portale monumentale si apre in corrispondenza del braccio sinistro. Il campanile è posto a nord del presbiterio e presenta una cella campanaria illuminata da due ordini di monofore e trifore, sormontata da una slanciata copertura ottagonale a quattro timpani centrati da bifore, frutto di una sopraelevazione conclusa nel 1540, data che si legge ancor oggi sotto l’orologio.

L’interno si sviluppa a tre navate, di cui la centrale prolungata verso ovest di una campata. Cappelle laterali simmetriche si affacciano in corrispondenza della seconda e della quinta campata delle navate esterne. La crociera è sormontata da una cupola ottagonale inserita in un tiburio visibile esternamente. Il braccio destro del transetto è impiegato come cappella battesimale. Nell’ampliamento è stata conservata la navata della chiesa cinquecentesca, ora trasformata in  presbiterio e la cappella del Carmine, a destra, affrescata da Valentino Rovisi, pittore settecentesco allievo del Tiepolo, autore anche di altre pregevoli opere conservate in chiesa.  Il presbiterio conserva una volta reticolata di tipo gotico, affrescata da Carlo Donati nel 1931, unita all’abside poligonale da un’arcata archiacuta. Conserva altari lignei dei secoli XVII e XIX, mentre le opere più recenti, come il grande crocifisso ligneo, sono opera di Cirillo Dell’Antonio scultore moenese che assieme ai suoi allievi ha realizzato anche i bassorilievi esterni, i portoni ed i disegni delle vetrate.

Fonte: Sito Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e Servizio Informatico della Conferenza Episcopale Italiana

Collaborazione di don Enrico Conci e di Daniela Brovadan

Foto: Fabio Dellagiacoma

Per offrirti una migliore esperienza di navigazione online questo sito web usa dei cookie, propri e di terze parti, nel rispetto della tua privacy e dei tuoi dati.