Chiesa Ss. Trinità a Masi
La chiesa, intitolata alla Santissima Trinità, si situa nel centro dell’abitato di Masi. La prima cappella fu costruita secondo un progetto del 1709 dell’architetto Giuseppe Alberti (*1640 †1716), artista e fondatore della scuola pittorica di Fiemme. Il successivo rifacimento nelle forme attuali, invece, risale al 1826.
Esterni La facciata è sormontata da un timpano rettangolare e presenta un caratteristico affresco prospettico di gusto classicista raffigurante un tempio greco (soluzione simile alla parrocchiale di Ziano).
Quattro colonne di ordine tuscanico sostengono una trabeazione con architrave e fregio, mentre il frontone presenta modanature di contorno con un oculo centrale dipinto, in aggiunta a quello vero.
Il campanile, munito di orologio, appartiene a uno stile che non si accorda né con l’architettura del Settecento né con quella del secolo successivo. Privo di basamento e con un fusto decorato da finti cantonali in conci, si conclude con una cella campanaria organizzata su due piani. Sulla sommità del tetto a piramide è posta la croce di Lorena, presente anche sulla facciata principale.
Nella parte centrale del finto colonnato si colloca l’ingresso principale sormontato da una caratteristica monofora di gusto barocco e affiancato da due piccole finestre rettangolari. All’interno di nicchie poco profonde, si possono ammirare due statue lignee settecentesche: a destra S. Anna e a sinistra S. Giovanni Evangelista.
Interni Originariamente l’edificio albertiano era impostato a pianta centrale con uno spazio interno di forma ovale (ellittica), secondo lo stile barocco. Tracce di questo edificio si trovano ancora nell’abside dell’attuale chiesa. L’aula unica si suddivide in tre campate scandite da pilastri decorati a finto marmo che sostengono una trabeazione su cui si imposta la copertura a botte, arricchita da dipinti illusionistici. Tuttavia, si nota una certa disarmonia fra la parte absidale dell’edificio, la più antica, e quella destinata ai fedeli, la più recente. I due spazi comunicano tramite un arco trionfale a tutto sesto, che però copre l’originaria forma della cupola. In questo spazio si collocano due statue: S. Giuseppe e Bambino di Giuseppe Jellico (1891) e una Madonna del Rosario (Novecento).
Nel 1925 un pittore noto come Giustiniani decorò il catino della cupola con soggetto la Santissima Trinità.
L’altare maggiore e il tabernacolo in legno policromo e dorato provengono dalla cappella originaria, come pure la grande pala d’altare raffigurante la Santissima Trinità tra i Santi Nicolò, Apollonia, Agata e Antonio da Padova di Giuseppe Alberti, realizzata fra il 1709 e il 1712. La sacrestia è ottocentesca e risulta essere semplicemente accostata alle pareti perimetrali dell’abside.
Significative sono le stazioni della Via Crucis del pittore Carlo Vanzo, opere risalenti all’Ottocento.
Testo
Damiano Iellici
Fotografie
Fabio Dellagiacoma