Chiesa di San Tommaso apostolo a Daiano

La chiesa, circondata da montagne spettacolari, offre un esempio raro di coesione ben riuscita fra stile gotico e barocco. La sua consacrazione risale al 28 novembre 1193 dal vescovo Corrado II di Castel Beseno.

Esterni: sulla facciata settentrionale un grande affresco di san Cristoforo, con una notevole resa prospettica, opera di un pittore ignoto cinquecentesco. Il campanile mostra nella parte superiore elementi tardo romanici a cui si aggiunge il cipollone barocco (1761), opera di maestranze valligiane. All’esterno si notano le due fasi di costruzione dell’edificio.

Interni: la parte più antica gode di splendidi affreschi di vari secoli, quella più recente, del 1935, è priva di decorazioni pittoriche. Le finestre a sud, in pietra traforata, appartengono alla prima fase di edificazione della chiesa. Nell’abside, le vetrate più recenti, recano i nomi di Severino Bozzetta e Sorelle Monsorno, pionieri dell’istruzione paesana nella prima metà del Novecento.

L’unica navata è suddivisa da nervature gotiche in pietra scura. Sul primo serraglio di volta in pietra è scolpita la data 1525, anno in cui venne eretta la parte più antica secondo il progetto di Michele da Gardena. La decorazione ad affresco con soggetto Angeli Custodi, realizzata dal veronese Carlo Donati (1874-1949) nel 1929, ricorda il conferimento del titolo di parrocchia alla chiesa di san Tommaso avvenuta dieci anni prima.

Sulla volta affrescata uno stemma papale, testimonianza pregevole e molto rara in valle, quello di Pio XI (1922-1939), e del principe – vescovo di Trento, Celestino Endrici (1904-1940). La decorazione della volta nell’abside è arricchita da motivi floreali, ripresi anche negli altari che adornano la chiesa.

Sulla parete sinistra, alle spalle del fonte battesimale risalente alla prima chiesa, si ammirano affreschi quattrocenteschi  e cinquecenteschi, tra cui la ripresa dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Suggestiva la Madonna con Bambino e committente di epoca medievale, di fronte all’attuale sacrestia, opera della scuola di Bressanone.

L’altare maggiore (1632) ospita la pala de “L’incredulità di san Tommaso” realizzata nel 1800 da Antonio Longo di Varena (1742-1820) con la firma del pittore e il suo eccezionale autoritratto. Lo stesso artista ha realizzato i dipinti su entrambi i lati del magnifico gonfalone (restaurato nel 2015). Notevole l’organo costruito in occasione del Giubileo del 2000 e intitolato a san Giovanni Paolo II.

Testo

Damiano Iellici

Fotografie

Damiano Iellici, Michael Dagostin

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