Chiesa di San Vigilio vescovo e martire a Cavalese
Così come la canonica è ai margini del centro storico a sudest, a nordovest lo è la chiesa di San Vigilio e l’annesso convento dei Frati Francescani.
Il complesso della chiesa e del convento è racchiuso dentro un vasto appezzamento di terreno circondato da un alto muro di cinta, che fu donato nel 1662 dal barone Giovanni Giorgio Firmian.
La chiesa fu eretta tra gli anni 1685 e 1688 e consacrata nel 1698.
Dietro l’imponente altare maggiore ligneo si trova il coro, con gli stalli posati a semicerchio ma nettamente separati dall’aula, come è consuetudine in molte chiese francescane.
Gli esterni sono estremamente semplici e disadorni. Il prospetto principale si caratterizza per il timpano triangolare e la composizione simmetrica delle aperture con due sottostanti nicchie affrescate. Al centro il portale in pietra è sormontato da un affresco di Antonio Longo (1805) raffigurante San Vigilio, titolare della chiesa. Le due nicchie laterali, che sono due stazioni della ex Via Crucis, sono affrescate da Domenico Bonora nel 1731.
Sul fronte nord, estremamente semplice, compaiono due finestre semicircolari ed il volume cilindrico del coro. Unico elemento caratterizzante è il campanile, di stile essenziale e disadorno come di consuetudine per l’ordine francescano.
L’interno si presenta con un ampia aula che termina in un’abside a pianta quadrata. L’aula è coperta da una volta a botte. In corrispondenza delle quattro finestre semicircolari, si distinguono dei motivi di bordatura a motivi geometrici e sacri.
Sopra l’ingresso è stata collocata una grande cantoria (1878), mentre sul lato destro si apre la settecentesca cappella dell’Addolorata (un tempo chiamata del Sepolcro perché era la XIV stazione della Via Crucis); è a pianta poligonale con copertura a cupola ed è introdotta da un arco strombato interamente decorato ad affresco dal pittore Domenico Bonora.
Gli arredi, realizzati in legno scuro, improntati alla regola francescana, sono di interesse, soprattutto il composito altare maggiore ligneo, donato alla chiesa da Leopoldo I d’Austria, ed il tabernacolo a forma di tempietto barocco, opera di Giuseppe Antonio Betta nel 1773.
A lato dell’arco trionfale, due altari laterali donati alla chiesa sempre da Leopoldo I con le tele raffiguranti a destra Sant’Antonio da Padova (scuola dell’Alberti, fine Seicento)e a sinistra la Madonna del Rosario del cavalesano Quirino Demattio (1890).
Sulla sinistra si trova il pulpito intarsiato con stemma della famiglia Firmian, che ricorda la donazione del 1662. Nella chiesa, nel coro e nel convento trova collocazione una ricca collezione di dipinti di artisti di scuola fiemmese, la maggior parte del pittore don Giovanni Giuseppe Alberti.
Testo
Michele Facchin
Fotografie
Fabio Dellagiacoma