Nuova squadra di sacrestani per le chiese di Cavalese

Con la recente partenza dei francescani dal Convento, è sorto fin da subito il problema di come gestire la sacrestia della chiesa di San Vigilio. Una sacrestia “impegnativa”, vista la celebrazione quotidiana delle Messe e quindi la necessità di trovare qualcuno che potesse dedicarsi ogni giorno a questo compito: facile a dirsi, difficile a farsi.
Il comitato parrocchiale di Cavalese, d’intesa con il parroco, ha superato l’ostacolo affidando ad un gruppo di persone, che nel frattempo si sono rese disponibili, la gestione collettiva di tutte le sacrestie della parrocchia, non dunque solo di quella di San Vigilio, ma anche di quella della Pieve e della Addolorata.
Questo gruppo ha dimostrato immeditatamente un buon affiatamento e una certa predisposizione al lavoro in squadra, rispettando sempre i ruoli e i turni di ciascuno. Lavorare insieme significa certamente anche riuscire a fare le cose in autonomia, sempre però all’interno di un progetto comune, che porti ad un risultato che appare come il frutto dell’impegno di tutti. Il gruppo che si è creato ha questo pregio: ciascuno ricopre il proprio ruolo, nei propri turni, ma con l’unico intento di creare un ambiente sereno per chi vi si dedica e accogliente verso i fedeli che frequentano le chiese in Cavalese.


Le sacrestie di San Vigilio (ex Convento) e della Pieve sono gestite ora da un gruppo di persone che hanno un ruolo e dei turni ben precisi. Il tutto è coordinato da Debora ed il gruppo è composto da:
Caterina, Debora, Lucia, Mario e Maria, che si occupano delle Messe in San Vigilio e alla Pieve;
Antonio, che si occupa delle esequie;
Bruna , che si occupa dei matrimoni;
Marco e Sara, Fabiana e Simone, coppie animatrici della pastorale battesimale, che si occupano dei battesimi;
Natalina, che coordina il gruppo pulizie;
Silvia, che si occupa delle tovaglie;
Rita e Natalina, che si occupano dei fiori;
Lorena che fa da jolly, sostituendo eventuali assenze dell’ultimo momento;
Rina e Silvano continuano a gestire come prima la chiesa dell’Addolorata.

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