Addio a fratel Elio Croce, a don Bruno Zeni e a monsignor Valentino Felicetti

E’ stato un mese di novembre drammatico anche per le comunità di Fiemme e Fassa. Molti i lutti legati in larga parte alla seconda ondata della pandemia di Covid 19 e tra questi c’è da registrare la scomparsa di tre sacerdoti di questa terra di montagna.

Il primo ad andarsene il 12 novembre è stato fratel Elio Croce. Sopravvissuto a Ebola, fratel Elio, missionario comboniano da tantissimi anni in Uganda, è stato stroncato dal coronavirus e a salvarlo non è bastato il trasferimento da Gulu, dove risiedeva, alla capitale Kampala. Originario di Moena, 74 anni, fratel Elio arrivò nel 1971 in Uganda. Qui fratel Elio si è preso cura di migliaia di persone tanto nella capitale Kampala, quanto nei villaggi vicini. Spostatosi nel 1986 nella città settentrionale di Gulu, al tempo un villaggio, aveva iniziato a collaborare con l’ospedale Lacor. Nel 2000 neanche l’epidemia di Ebola lo spaventò, mentre aiutava fuori e dentro il Lacor. Poco dopo aveva avviato l’orfanotrofio di St. Jude. Grazie al sostegno di donazioni provenienti in gran parte dalla sua terra d’origine, offriva cibo, istruzione e alloggio. «I miei “figli” sono ormai cresciuti – aveva detto a maggio, svelando un po’ di orgoglio –. Ora, con la pandemia di coronavirus in corso, sono loro ad aiutare l’orfanotrofio».

Il 15 novembre, alla Casa del Clero di Trento, è scomparso don Bruno Zeni. 90 anni e ordinato presbitero nel 1954, per un paio di anni (1954-1955) fu prefetto del seminario minore, e quindi a Storo fu vicario parrocchiale dal 1955 al 1958. Divenne parroco a Valda, dal 1958 al 1966, a Molina di Fiemme dal 1966 al 1968, a Santa Massenza dal 1968 al 1974, a Brusago e Montesover dal 1974 al 1983, a Dambel dal 1983 al 1988, a Valfloriana e Montalbiano dal 1988 al 2000. Fu poi assistente religioso all’ospedale di Cles per 6 anni, dal 2000 al 2006, prima di diventare collaboratore pastorale a Molina di Fiemme dal 2006 al 2012, anno in cui si trasferì alla Casa del Clero.

Il 24 novembre scorso, a 89 anni, è scomparso monsignor Valentino Felicetti. Nato a Predazzo, venne ordinato a Trento nel 1956. Lungo, in tutto il suo ministero, è stato il suo rapporto con la città di Rovereto, iniziato con il primo incarico come vicario parrocchiale a Rovereto S. Marco (1956-1959). Fu poi assistente a Trento per la Gioventù Italiana d’Azione Cattolica (1959-1968), studente alla Facoltà di missionologia all’Università Gregoriana (1968-1969) e quindi delegato per le missioni in Diocesi (1969-1980), delegato per i laici (1978) e Vicario Episcopale per i laici (1984-1987). Divenne parroco a Rovereto S. Marco (1987-2009) e delegato di zona (1987-2009) ricoprendo anche l’incarico di decano della zona di Rovereto (1991-2009). Canonico onorario della Cattedrale di Trento, venne nominato protonotario apostolico nel 2005, responsabile diocesano per i Congressi Eucaristici nel 2009 e, come ultimi incarichi fu rettore della chiesa dell’Annunziata a Trento (2009-2015) e cappellano della RSA di via Vittorio Veneto a Trento (2009-2015). Dal 2013 era residente alla Casa del Clero.

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