Il 22 gennaio 2021 è entrato in vigore il “Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari” (TPNW) dell’ONU, che ne proibisce non solo il possesso, ma anche l’ impiego. Esso diventa a tutti gli effetti diritto internazionale vincolante.
È il «primo strumento giuridicamente vincolante che vieta esplicitamente questi ordigni, il cui utilizzo ha un impatto indiscriminato, colpisce in breve tempo una quantità di persone e provoca danni all’ambiente di lunghissima durata», ha detto papa Francesco mercoledì 20 gennaio all’Udienza generale. Un appello più volte ripetuto da Bergoglio. «L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune», aveva affermato il 24 novembre 2019 al Memoriale della pace di Hiroshima. Non sorprende, dunque, che la Santa Sede sia stata il primo Stato a sottoscrivere il bando Onu. L’Italia, purtroppo, non è tra i Paesi che lo hanno ratificato. Nel nostro Paese sono presenti circa 50 testate nucleari statunitensi.